Fare l’agricoltore o l’allevatore non sono certo mai stati i lavori più ambiti, eppure è sorprendente quanto in questi ultimi anni la tendenza a fare della campagna un’attività lavorativa con cui sostenersi prenda sempre più piede.
Ampio è infatti lo spettro di opportunità offerte dal settore agricolo, che come stabilito ai sensi dell’articolo 2135 del Codice civile, prevede sia attività dirette alla coltivazione del fondo, alla selvicoltura e all’allevamento degli animali (che riguardi un fondo agreste, boschivo, fluviale o marittimo) sia quelle connesse ad esse, e cioè legate alla conservazione, manipolazione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti derivanti dalle attività agricole essenziali, ivi comprese quelle di ricezione e ospitalità correlate alla valorizzazione del territorio e del nostro patrimonio rurale, forestale e marittimo.
Vantaggi fiscali
Numerosi sono i vantaggi dell’imprenditore agricolo sul fronte fiscale. Ai fini Iva l’imprenditore agricolo può usufruire di diversi regimi fiscali a seconda del volume d’affari annuo. Ad esempio, il regime naturale per gli imprenditori con un volume d’affari superiore ai 7000 € e i cui prodotti sono compresi nella Tabella A, parte 1 del D.P.R. n. 633/1972 è quello di vantaggio, in cui l’Iva si detrae in modo forfettario con l’applicazione di alcune percentuali di compensazione sulle vendite. Qualora invece l’imprenditore abbia un’azienda agricola mista in cui adotta sistematiche cessioni di beni non presenti nella tabella A, può optare per un regime ordinario. In questo caso l’Iva è determinata secondo le regole valide per la generica imposta statale, e nel caso si determini un saldo a credito, con l’Iva sugli acquisti superiore a quella sulle vendite, la scelta può rivelarsi vantaggiosa per effettuare eventuali investimenti. Infine, c’è il regime Iva di esonero, regime naturale per gli imprenditori con volumi d’affari pari o inferiori ai 7000 € annui e con produzioni che devono essere composte per almeno due terzi da prodotti agricoli. Questo regime comporta l’esonero da dichiarazioni Iva e Irap e da qualsiasi obbligo contabile e dichiarativo, con la sola conservazione di fatture di acquisto, bollette doganali e copie di autofatture.
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Agevolazioni per un I.A.P.
Agevolazione e incentivi che aumentano nel caso si voglia specializzarsi come I.A.P., imprenditore agricolo professionale. Questa qualifica, introdotta dal Dlgs. 99 del 2004, viene rilasciata solo a chi è in possesso di adeguate competenze e conoscenze professionali, che dedica almeno il 50% del proprio tempo lavorativo complessivo alle attività agricole e ricava almeno i 50% del proprio reddito globale da lavoro dall’impresa agricola (ridotta al 25% se opera in zone svantaggiate come le zone montane o quelle con scarsa produttività). Qualifica che può essere estesa anche a società o cooperative fintantoché almeno un socio membro è in possesso della certificazione di imprenditore agricolo professionale.
Quindi quali sono i vantaggi di un imprenditore agricolo professionale? La possibilità di acquisto di terreni a scopo agricolo con un’imposta catastale dell’1%, un’imposta di registro in misura fissa e l’esenzione delle spese di bollo, ma con l’impegno da parte dell’acquirente di almeno cinque anni di attività. L’esonero del pagamento dell’imposta municipale propria sui terreni posseduti. Diritto di prelazione sull’acquisto di terreni confinanti, con l’obbligo di gestione del fondo per almeno due anni, sempre che il fondo non sia occupato da coloni, affittuari o coltivatori diretti. Inoltre, gli imprenditori agricoli professionali non devono pagare l’Irpef sui redditi dei terreni posseduti e da loro gestiti, ed hanno agevolazioni per l’accesso ai Piani di Sviluppo Rurale, sugli oneri di urbanizzazione, nel versamento di contributi ed in caso di esproprio.
Bonus per il ricambio generazionale
Essere giovani in questo settore aiuta forse anche più che negli altri. Gli imprenditori agricoli under 40, secondo una stima fatta dalla Coldiretti, sono la fascia d’età con percentuale più alta tra i vari settori economici, percentuale che nonostante la crisi del primo trimestre del 2012 non è mai calata. Un ricambio generazionale che è forse necessario per limitare, seppur di poco, la crescente fuga di cervelli del nostro Paese, e che quindi sprona il governo a tutelare i giovani e coraggiosi neo-agricoltori e neo-allevatori con agevolazioni fiscali, incentivi e concessioni.
Già nel 2016 la legge di Stabilità aveva previsto l’abolizione di Imu e Irap per gli imprenditori agricoli, e nel 2017 fu abolita l’Irpef agricola. Con la nuova Legge di Bilancio 2020 si è stato stabilito un Bonus per i giovani, di età non superiore ai 40, che siano coltivatori diretti o giovani imprenditori agricoli professionali, che prevede l’esonerazione totale per 24 mesi dei contributi Inps. Esonero concesso finché il soggetto è regolarmente iscritto alla previdenza Inps e avvii l’attività nel corso del 2020.
Un aiuto alle nuove generazioni viene anche dalle Banche della terra, organizzazioni che negli ultimi anni si stanno avviando in tutte le Regioni d’Italia, che prevedono un censimento di terreni, sia demaniali che privati, che si trovano in condizioni di abbandono o inutilizzo, resi disponibili dai proprietari a giovani under 40 che ne facciano richiesta, con lo scopo di rimetterli a coltura. Per la precisione sono definiti terreni abbandonati quelli che da almeno due anni non sono stati destinati alla produzione e quei terreni già destinati a pascolo e coltivazioni agrarie che, per l’inutilizzo, sono stati infestati da arbusti ed erbacce.
Agricoltura 3.0
Questi neo-contadini, che magari sono ereditieri di aziende agricole avviate appartenenti da generazioni ai propri avi, oppure sono disoccupati che rilevano un’azienda per sostenersi e partire da zero, sono indirizzati a un’agricoltura 3.0. Un’agricoltura sempre più tecnologica e smart, ma allo stesso tempo sempre più fusa alla tradizione, che ne diventa valore aggiunto. L’imprenditore agricolo 3.0 infatti studia le tecniche antiche e le eccellenze gastronomiche del passato e le fa riscoprire attraverso i social network o tramite le compagnie di valorizzazione del cibo, vendendole poi attraverso l’e-commerce. Il tutto con ottimizzazioni enormi rispetto la gestione agricola del passato e nel pieno rispetto della sostenibilità, biodiversità ed ecologia del fondo rurale in cui opera.
Benefici spirituali e sulla salute
Da non sottovalutare sono gli effetti benefici del contatto con la natura. L’uomo moderno si è sempre più alienato dal contatto naturale e primordiale con la terra ed è stato dimostrato come questo allontanamento porti conseguenze negative sulla psiche, sull’equilibrio e addirittura sul benessere fisico. Il mare, i boschi, le montagne hanno il potere di darci energia ed alcuni studi confermano che basterebbero anche solo due ore alla settimana di immersione nella natura per notare straordinari benefici sul proprio organismo. Si tratta di eco-terapia, cioè la cura di mente, cuore e sensi tramite l’interazione col mondo naturale e l’allontanamento dal proprio ambiente abituale. Ed è forse questo il beneficio più grande che un neo-agricoltore o neo-allevatore può ottenere dall’impostare la propria vita a stretto contatto col mondo agricolo e naturale.